Qui sommes nous ?

lundi 29 novembre 2021

Visite du musée de la Mine à Escaro et pique-nique

L'Association Dante Alighieri nous a invités pour une visite de ce musée qui retrace l'histoire de l'extraction du minerai de fer. Le musée est géré par des bénévoles, dont une élève de la Dante de Perpignan et son mari.


Pour les plus courageux une randonnée de 2h30 à 3 heures sur les sites miniers était prévue le matin de bonne heure, guidée par l'adhérente de la Dante.
Les courageux et les moins courageux se sont retrouvés à midi pour un pique-nique à l'ombre des arbres. Oui car le 11 novembre il a fait très beau.

L'Eglise Saint-Martin d'Escaro


Les belles couleurs d'automne



Nous avons profité de cette belle journée pour pique-niquer ensemble et nous avons picoré dans toutes les préparations culinaires.




Après le pique-nique arrosé nous nous dirigeons bien joyeux vers le musée pour une visite guidée.

Jusqu’au début des années 60, Escaro fut l’un des hauts lieux de l’extraction du minerai de fer du massif du Canigó. Un musée en retrace aujourd’hui l’histoire. A travers une collection unique d’outils et d’objets usuels, il vous propose une immersion passionnante dans ce que fut le dur travail des mineurs du Conflent. A la fois dépaysant, émouvant et résolument instructif !





Nous voilà !



vendredi 19 novembre 2021

Des élèves de Dante Alighieri Perpignan à Recanati

Quelques élèves de Dante Alighieri Perpignan ont passé début novembre une semaine de stage d'talien à Recanati dans les Marches. 


Le mari d'Andrée Sola a accompagné sa femme, mais n'a pas suivi les cours. Cela ne veut pas dire qu'il est resté les bras croisés. Pendant que nous avions cours le matin Jean-Luc Bobin  partait avec son appareil photo en bandoulière à la recherche de jolis coins à photographier. Et bien sûr il nous a accompagnés les après-midis lors de nos sorties culturelles. Et voici le résultat de son travail : une magnifique vidéo qui vous donnera envie de visiter cette belle région qui n'est pas encore envahie par les touristes. Un grand merci à Jean-Luc.

lundi 15 novembre 2021

Una camminata sulla Via Francigena

Vous trouverez ci-dessous un article de Corinne Lavabre, adhérente et élève de notre Association :

Quest’anno nell’ottobre scorso, ho camminato con amici e mio marito sulla Via Francigena da Massa a Siena.


Abbiamo fatto una media di 20 km di cammino al giorno, attraversando luoghi molto belli.
Massa è rinomata in tutto il mondo per le sue cave di marmo e Pietrasanta per la sua comunità artistica internazionale.

La Campagna Toscana

La Campagna Toscana

La Campagna Toscana

Il percorso, che attraversa le colline, i boschi, i campi coltivati, le distese di vigneti e oliveti segue la valle per entrare nella città di Lucca dall'antica porta di San Donato.

Il Duomo San Marino a Lecce

La chiesa San Michele di Foro a Lucca

Poi siamo arrivati a San Miniato passando per Altopascio. Questa tappa offre scorci di piccoli borghi da ammirare .

Le due seguenti tappe che ci hanno portati a San Gimignano sono particolarmente belle. Questa sezione della via Francigena attraversa le colline della Val d'Elsa offrendo vedute panoramiche stupende in ogni direzione. Allora abbiamo scoperto la bellissima città medioevale di San Gimignano.

Le Torre di San Gimingnano

Le Torre di San Gimignano

Alla fine siamo arrivati a Siena e abbiamo incluso al nostro cammino una visita guidata al Duomo, Piazza del Campo e all’Ospedale di Santa Maria della Scala.

Piazza del Campo a Siena


Abbiamo avuto la fortuna di vedere il magnifico pavimento del Duomo realizzato con la tecnica del commesso marmoreo.

Il Duomo Santa Maria Assunta a Siena

Il pavimento del Duomo di Siena

Storia della Via Francigena

Al volgere del primo millennio, numerosi pellegrini attraversavano l'Europa per recarsi in preghiera alla tomba dell'Apostolo Pietro a Roma oppure per proseguire verso la Terra Santa, Gerusalemme. La pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza tale che si svilupparono vere e proprie "vie della fede" costellate da luoghi di sosta, villaggi e abbazie per ospitare i pellegrini.

Il nome "Francigena" sta proprio a indicare la via o le vie che "dalla Terra dei Franchi" consentivano ai pellegrini d'oltralpe di giungere a Roma.

L'ingresso in Italia presso i valichi alpini portava i pellegrini lungo le strade consolari e sull'Appia in particolare, per giungere a Roma in preghiera, ma in seguito alla diffusione del "diario di Sigerico" cominciarono a ripercorrerne le tappe.

L'abate Sigerico, infatti, nominato vescovo di Canterbury nel 990 da Papa Giovanni XV, nel suo diario racconta delle 80 località da lui attraversate da Canterbury fino a Roma, per ricevere l'investitura, con tale dettaglio e precisione che divenne un riferimento per molti pellegrini che, all'epoca in cui la stampa non era ancora stata inventata si passavano la conoscenza del percorso col passaparola.

Il tragitto originario, da Canterbury a Roma era di 1600 kilometri e la difficoltà del tragitto che rappresentava in sè un atto di penitenza, simbolicamente e materialmente consegnava il pellegrino nelle mani di Dio. Il percorso a piedi infatti esponeva i credenti a ogni sorta di pericolo, alle fiere e alle intemperie. Motivo per cui lungo l'asse della Francigena si svilupparono prima villaggi e poi città come Siena e San Gimignano e altri borghi ricchi di opere artistiche note e meno note.

La Via Francigena divenne così un percorso privilegiato e successivamente un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale dell’Europa medievale.

La Via Francigena si trasformò progressivamente in un percorso commerciale per le spezie, le sete e altre mercanzie provenienti dall'Oriente verso i mercati nord europei passando per l'Italia. Con lo svilupparsi dei commerci e l'individuazione di percorsi alternativi nei secoli successivi la Via perse la sua unicità e cambiò il nome in via Romea, che meglio ne caratterizzava la destinazione verso il soglio di Pietro nella città eterna.